1. Scaricare Ubuntu Linux

Che cos’è e a cosa serve

Strati (dal film Shrek)

Shrek: Gli orchi sono come le cipolle.
Ciuchino: Sniff… puzzano?
[…]
Shrek: No! Strati… Tutti e due abbiamo gli strati! Gli orchi hanno gli strati, le cipolle hanno gli strati. Capito? Tutti e due abbiamo gli strati.
Ciuchino: Aah, tutti e due avete gli strati? Sniff.. bleah.. Sai, non a tutti piacciono le cipolle…
[…]
Ciuchino: Sai cos’altro piace a tutti? Le lasagne. Hai mai conosciuto qualcuno a cui dici “Ehi, prendiamo le lasagne” e lui risponde “Non mi piacciono le lasagne”. Le lasagne sono squisite.

Essendo macchine complesse, i computer hanno gli strati, come gli orchi, le cipolle e soprattutto le lasagne.

Ci sono tanti modi per suddividere gli strati di un computer, ma per capire cos’è Ubuntu basta un modello abbastanza semplice.
Alla base della nostra “lasagna” sta l’hardware, che in inglese significa letteralmente “roba solida” e in gergo è anche chiamato affettuosamente ferraglia. Sono le parti del computer che possono essere toccate, compreso tutto il contenuto: schede, processori, memorie, chiavette fanno parte di questa categoria.

Nota: non toccare i componenti interni quando il computer è collegato alla rete elettrica. Alcuni componenti mantengono una carica elettrica per parecchio tempo anche dopo essere stati scollegati. Se non sai cosa stai facendo, consulta un esperto.

Il software (inglese per “roba morbida”) comprende tutto quello che il computer può fare (o più precisamente tutte le istruzioni che il computer può eseguire). Non si può toccare direttamente, ma si può interagire con esso per ottenere un dato risultato.

Il primo software che eseguito all’accensione sui PC più datati è il Basic Input Output System, abbreviato in BIOS, ovvero “Sistema di ingresso e uscita di base”. I sistemi più moderni utilizzano una versione avanzata del BIOS denominata Universal Extensible Firmware Interface, abbreviato in UEFI, ovvero “Firmware di interfaccia Universale Estensibile”. Il termine Firmware significa “roba semisolida” e descrive bene il suo compito: interporsi tra l’hardware e tutti gli altri software. In pratica BIOS e UEFI “svegliano” l’hardware, lo organizzano e lo “consegnano” al prossimo software, il sistema operativo.

Il terzo livello è quello del sistema operativo, abbreviato in OS (da Operative System – si legge o-ès). Subito dopo l’avvio del PC, il sistema operativo prende il controllo dell’hardware e lo mette a disposizione dell’utente, con l’aiuto di diversi software addizionali chiamati driver. Driver può essere tradotto con “pilota”, e la sua funzione è pilotare i componenti del computer per i quali è stato ideato. I driver estendono al massimo la funzionalità di ogni componente. Ad esempio le schermate del BIOS sono sempre molto semplici, perché le funzionalità video integrate nel BIOS sono ridotte al minimo indispensabile. Dopo l’avvio del sistema operativo, il PC può mostrare qualunque immagine, video e grafica tridimensionale perché il driver della scheda video è stato caricato. Con il driver, il sistema operativo “sa perfettamente” come utilizzare la scheda.

I moderni sistemi operativi fanno molto altro: presentano all’utente un’interfaccia grafica, offrono un sistema di archiviazione dei file con le cartelle, gestiscono l’accesso e la sicurezza con le password e i nomi utente, sono modulari e integrano molte applicazioni per fornire un livello di funzionalità elevato fin da subito. Microsoft Windows, Apple MacOS e Linux sono i tre principali sistemi operativi disponibili oggi per uso domestico.

Il quarto e ultimo livello è rappresentato dalle applicazioni. Le applicazioni sono i software con cui l’utente interagisce di più, perché servono a dotare il computer delle funzionalità desiderate. Se voglio navigare in Internet, dovrò utilizzare un browser come Google Chrome o Mozilla Firefox. Se voglio ascoltare musica, avrò bisogno di un lettore musicale come Foobar2000. Per i video servirà un visualizzatore come VLC, eccetera.

Le applicazioni che ci interessano determinano quale sistema operativo utilizzeremo, e in molti casi anche quale hardware. CyberPanel, il sistema webserver che installeremo, gira su Linux. Per questo motivo sceglieremo la versione di Linux raccomandata da CyberPanel, ovvero Ubuntu in versione 22.04 LTS (al momento della scrittura di questa pagina). LTS significa Long Term Support, ovvero “Supporto Esteso”. I creatori di Ubuntu hanno designato 22.04 come versione particolarmente stabile, adatta a compiti impegnativi. Quindi verrà tenuta aggiornata per molto tempo, ovvero sarà offerto supporto per un periodo esteso, in modo da non dover reinstallare il sistema operativo troppo spesso.

Quando si installa il sistema operativo infatti vengono rimossi tutti i file e tutto il software, ad eccezione del BIOS/UEFI. Buona parte degli aggiornamenti, soprattutto per gli OS LTS, è sviluppata per mantenere in buono stato la sicurezza del computer. Per una macchina esposta su Internet come un webserver, è importante che il livello di sicurezza rimanga alto nel tempo.

Cominciamo!

Riferimenti: questa pagina è stata scritta tenendo in considerazione la documentazione ufficiale di Ubuntu e di Ventoy.

1. Ubuntu può essere scaricato da ubuntu-it.org. Clicchiamo sul pulsante Scaricalo subito! al centro dello schermo.
2. Scegliamo la versione di Ubuntu che ci interessa, ovvero 22.04 LTS. Scegliamo la versione Desktop per questo tutorial. Possiamo scaricare anche la versione Server se pensiamo di creare un webserver permanente. Clicchiamo sul grande pulsante Avvia il download per iniziare a scaricare il file .iso .
3. Se abbiamo a disposizione un masterizzatore e un DVD, possiamo masterizzare la .iso scaricata con un programma come CDburnerXP. Siccome i DVD sono un po’ anni ’90, utilizzeremo una chiavetta. Andiamo su ventoy.net e clicchiamo su Downloads nella fascia in alto.

Nota: Ventoy è molto semplice da usare e funziona molto bene con i computer UEFI. Ci sono alcune limitazioni con i computer dotati di BIOS, per i quali potrebbero essere più adatti altri strumenti, ad esempio Rufus.

4. Scarichiamo la versione di Ventoy che ci interessa. In questo momento sto usando un PC con Windows, quindi clicco sulla prima opzione: ventoy-1.0.95-windows.zip.
5. Verremo rimandati a GitHub, un sito utilizzato da molti sviluppatori per gestire i propri software e fornire i download. Ventoy 1.0.95 è la versione più recente disponibile, quindi viene mostrata per prima. Scorriamo la pagina verso il basso.
6. Scendiamo fino alla voce Assets e clicchiamo su ventoy-1.0.95-windows.zip. Se scendiamo troppo, passiamo alle versioni precedenti, che a noi non interessano. Potrebbero esserci utili solo se la versione più recente non funziona come dovrebbe.
7. Scompattiamo l’archivio .zip scaricato. Al suo interno troveremo Ventoy2Disk.exe. Inseriamo una chiavetta vuota nel computer e facciamo doppio click per eseguirlo.
8. Se compare la finestra di controllo dell’account utente clicchiamo per proseguire. Si aprirà la finestra principale di Ventoy, mostrata qui sopra. Controlliamo che in Device sia selezionata la chiavetta che intendiamo utilizzare. Clicchiamo Install per configurare la chiavetta.
9. Ventoy ci avviserà che tutti i dati sulla chiavetta andranno persi. Clicchiamo per proseguire.
10. Ventoy produrrà un secondo avviso uguale al precedente. Se siamo proprio sicuri, clicchiamo nuovamente .
11. Dopo qualche secondo, Ventoy ci avviserà che la chiavetta è pronta. Clicchiamo su OK e chiudiamo Ventoy.
12. Se verifichiamo in Gestione disco, vedremo che Ventoy ha creato una partizione nascosta VTOYEFI che serve a rendere la chiavetta avviabile. La partizione più grande Ventoy è dotata di lettera di unità ed è quindi visibile in Esplora File (il gestore cartelle di Windows).
13. Possiamo quindi tornare alla cartella Download, cliccare col tasto destro sulla .iso di Ubuntu e scegliere Invia a > Ventoy. Se abbiamo scaricato anche la versione server, possiamo fare lo stesso anche con questa .iso. In realtà possiamo mettere sulla chiavetta di Ventoy tutte le .iso che vogliamo, finché c’è spazio.
14. Attendiamo il termine del trasferimento ed espelliamo la chiavetta di Ventoy.

Complimenti! La chiavetta avviabile è pronta.

Possiamo continuare con il prossimo passo: installare Ubuntu Linux sul nostro computer.

Attenzione: Queste istruzioni sono fornite a scopo didattico e illustrativo. Non sono pensate per un utilizzo professionale e sono fornite così come sono, senza nessuna garanzia. L’autore e i suoi collaboratori non possono essere ritenuti responsabili per nessun danno, di nessuna entità, derivante dall’uso delle procedure illustrate in queste pagine.