Casio QV-10: il futuro, nel 1995

Per un dispositivo che compie 30 anni, la Casio QV-10 è sorprendentemente moderna.

Certo le specifiche nude e crude oggi fanno sorridere:

  • Memoria 2MB, fino a 96 immagini
  • Risoluzione 320×240 pixel (76’800 pixel o 0,08 Megapixel)
  • 4 batterie AA, durata di 2-3 ore (usando la QV-10 con normali batterie alcaline)
  • Cavo proprietario per il trasferimento dati (per fortuna l’Unione Europea ha messo fine a questa prassi)
  • Annunciata nel 1994, immessa sul mercato nel 1995

Eppure, con tutte le sue limitazioni, la QV-10 riesce a offrire un’esperienza d’uso vincente, perché è una vera macchina fotografica punta-e-scatta. Se avete mai utilizzato una usa e getta, sapete di cosa parlo: un corpo macchina robusto e leggero, e soprattutto un uso immediato.

La QV-10 si accende in un secondo ed è subito pronta a scattare foto. Il pulsante di scatto non ha la doppia corsa per la messa a fuoco e, quando lo si preme, l’immagine viene catturata in un tempo ragionevole. Fine. (Quasi, in realtà alcune opzioni ci sono, ma le analizzeremo in altri articoli).

Autoritratto della Casio QV-10, allo specchio. Qualità d’immagine… eh.

Per capire come mai a qualcuno potesse interessare un articolo del genere, al “modico” prezzo di 799 dollari tasse escluse, bisogna calarlo nel contesto. La Casio QV-10 ha memoria sufficiente per 96 foto, che sono molte anche oggi. All’epoca, un rullino standard conteneva pellicola per 24 foto, quindi la QV-10 aveva memoria per l’equivalente di 4 rullini. Per la gita fuori porta, un fotografo amatoriale portava con sé uno, massimo due rullini : averne a disposizione quattro era rivoluzionario. Ma soprattutto, la QV-10 eliminava lo spreco derivante da foto sbagliate.

Casio QV-10 per la prima volta nella storia ha incorporato uno schermo su una macchina fotografica.

Diventava quindi possibile visualizzare immediatamente le foto scattate. Le foto mosse, troppo scure, troppo chiare ecc. potevano essere eliminate subito.

Lo schermo della QV-10 in azione. In alto a destra il numero di foto scattate. L’icona in basso compare se c’è poca luce e diventa completamente bianca se ce n’è troppa

Gli ingegneri Casio hanno cercato di trarre il massimo da questa innovazione: la macchina fotografica è infatti priva di un oculare o di un mirino, perché anche nell’inquadrare lo scatto si usa lo schermo, come si fa ancora oggi. Abbiamo perciò altri due primati: assenza di mirino e presenza di quella che verrà poi chiamata live view, ovvero visualizzazione in tempo reale dell’inquadratura sullo schermo.

Lo scatto catturato dalla QV-10
In definitiva, la Casio QV-10 è la prima macchina fotografica compatta moderna.

In più, ha un asso nella manica molto evidente quando la si impugna.

Gli ingegneri hanno ridotto i costi togliendo la meccanica associata al rullino e al mirino ottico, omettendo il flash e optando per una costruzione in plastica semplice e robusta. Hanno così potuto reinvestire questo risparmio nell’obiettivo orientabile. La QV-10 è infatti in grado di scattare senza difficoltà dall’alto, dal basso e perfino all’indietro, girando l’obiettivo dalla stessa parte del monitor. Stabilisce quindi un altro primato, quello di prima macchina digitale in grado di scattare selfie.

La Casio QV-10 si scatta un selfie allo specchio, ruotando l’obiettivo di 180 gradi. Sullo schermo si vede l’ultimo secondo del conto alla rovescia per l’autoscatto

Si può ancora utilizzare?

Tecnicamente, sì. Come descritto sopra, l’uso della QV-10 in sé è molto semplice. Bisogna solo fare attenzione a un bug del firmware che potrebbe bloccare la macchina fotografica in modo irreversibile, se le batterie si esauriscono mentre la QV-10 sta salvando una foto in memoria. Questo bug riguarda solo la prima versione della QV-10, e non le successive revisioni QV-10A, B e C. Pare inoltre che ci sia modo di resuscitare un esemplare colpito dal difetto1.

A parte questo, ci sono accorgimenti e limitazioni nei passaggi successivi allo scatto. Ma qui viene il bello del retrocomputing, quindi proseguiamo senza tema e senza indugio.

Sicuramente utilizzabile. I colori sono intensi, caratteristica indispensabile per competere con la pellicola. I dettagli scarsi e gli artefatti vistosi conferiscono alla foto un notevole effetto retrò

Per esempio le immagini a 320×240 si vedono come francobolli sugli schermi moderni, per cui conviene ridimensionarle almeno a 640×480. Questo è necessario anche perché i pixel degli schermi piatti sono molto meno “sfumati” delle matrici di punti dei vecchi tubi catodici. Esistono intere sezioni di siti web dedicate a questo particolare aspetto, per esempio nei forum di appassionati di cabinet da gioco.

Ma questo è l’ultimo passaggio, prima bisogna estrarre le immagini dalla QV-10. Per farlo sono necessari:

QV-PC nasce per Windows 3.1 e 95. Dovendosi interfacciare con la macchina fotografica, richiederà un computer molto vecchio, oppure qualche “giravolta” con la virtualizzazione e il passthrough.

PC, QV-PC, QV-Link, QV-10. Sulla destra c’è un’altra macchina fotografica su cui penso di fare un altro articolo

Una volta che tutti i pezzi del puzzle sono al loro posto e che il software è stato installato, devo dire che funziona bene, anche perché fa poche cose. La QV-10 viene riconosciuta facilmente e l’interfaccia per lo scaricamento delle immagini fa il suo dovere, se si evita di generare le miniature delle immagini. Per generare le miniature infatti le foto devono essere scaricate sul PC, per cui si finisce per aspettare il doppio del tempo: una prima volta per generare le anteprime e una seconda per scaricare davvero le foto. È molto più semplice scaricare tutte le foto senza anteprima e passarle in rivista sul PC successivamente.

Come si vede in questa immagine, le foto possono essere scaricate in formato .bmp o .cam. QV-Link v2 poteva anche generare .jpg. Approfondirò il groviglio dei formati e della qualità d’immagine in un articolo successivo.

Serve pazienza: al ritmo di una foto ogni 5-10 secondi, ci vogliono 10-15 minuti per scaricarle tutte. Nel frattempo possiamo navigare nell’Internet del 1997, prima dell’avvento di Google (probabilmente scriverò un articolo su come filtrare gli URL di archive.org per rendere più realistica la navigazione):

Oppure possiamo giocare una partita a Campo minato:

Infine dovremo spostare le foto su un PC più moderno per utilizzarle davvero o archiviarle. Se il vostro retrocomputer non è dotato di porte USB, potete usare un floppy disk e un lettore floppy USB, oppure un emulatore hardware di floppy disk. E’ importante che la cartella riporti la data degli scatti o contenga un file con questa informazione. La QV-10 non ha un orologio, quindi le foto sono prive di data e ora. Questo significa anche che la QV-10 è immune al Millennium bug by design.

Dopo 30 anni, il manuale della QV-10 è ancora disponibile sul sito di Casio. O è sopravvissuto ai vari refresh dell’hardware e del sito, o Casio è molto orgogliosa di aver inventato la fotografia digitale come la conosciamo. Voi che dite?

Altre risorse interessanti relative alla QV-10:

Note:

  1. Casio QV-10 camera service manual and flash repair tool – Internet Archive ATTENZIONE: link non testato. Non mi assumo responsabilità, utilizzate questo strumento a vostro rischio e pericolo. Se funziona, potete lasciarmi un commento ↩︎

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