
Recentemente ho pubblicato un articolo sulla Casio QV-10, la prima macchina fotografica digitale “moderna”.
In quell’articolo accennavo ad alcuni caveat nella gestione delle foto.
In particolare, esiste un fenomeno bizzarro per cui la qualità delle foto viste al PC è inferiore che al televisore.
Per prima cosa, possiamo verificare che si ottiene lo stesso risultato con un pannello LCD o CRT. Quindi il fenomeno si manifesta indipendentemente dalla tecnologia dell’apparecchio utilizzato.
Una grossa differenza tra monitor e PC è che i televisori usano tradizionalmente uno spazio colore compresso, cosa evidente in questo esempio, dove le ombre sono più scure nella foto riprodotta al PC. Ma questo dipende da come “ragiona” l’apparecchio: se colleghiamo il PC al televisore, otterremo gli stessi colori “compressi”. Quasi tutte le schede grafiche recenti sono in grado di adattarsi, impostandole opportunamente. Anche se alcuni produttori ci hanno messo anni a implementare una soluzione ufficiale, il risultato è che possiamo ottenere colori compressi o non compressi tanto sul monitor quanto sul televisore.
Ok, se non dipende dal dispositivo di visualizzazione, potrebbe dipendere dal tipo di collegamento. Le immagini scaricate al PC sono pienamente digitali e utilizzano un collegamento al monitor di alta qualità (anche utilizzando il vecchio standard analogico VGA/sVGA), mentre per collegare la QV-10 al televisore si usa un cavo analogico. La separazione dei segnali è approssimativa nei segnali analogici: otteniamo immagini con meno artefatti per questo?
In questo caso, basterebbe imporre un leggero filtro di sfocatura alle foto sul PC. Oppure potremmo collegare di nuovo il PC al video analogico e osservare un miglioramento nelle immagini. Ma non è questo il caso.
Non può nemmeno essere colpa della macchina fotografica o della foto, perché stiamo analizzando la stessa foto.
Quindi dev’esserci una differenza tra la gestione dell’immagine da parte di QV-PC e quella operata dal DAC a bordo della QV-10.
Nell’altro articolo abbiamo visto che le foto possono essere scaricate in due formati, .bmp o .cam. Il formato .bmp è il vecchio bitmap, usato anche da Microsoft Paint come impostazione predefinita di salvataggio.

.cam è un formato proprietario che non ha mai preso piede. Per questo viene spesso snobbato nelle recensioni della QV-10.
Il problema è che QV-PC parte dai .cam per generare i .bmp e l’algoritmo usato da QV-PC è vecchio di 30 anni.
Si tratta quindi di trovare un software compatibile con i file .cam per ottenere una conversione in .bmp migliore di quella offerta da QV-PC. XnView offre questa funzionalità.

La foto trattata in XnView ha meno artefatti e colori più intensi. Inoltre i dettagli sono meglio preservati. Guardate ad esempio le ombre degli alberi in primo piano, o le imperfezioni sul piedistallo dell’elefante.
Fatto peculiare è che XnView interpreta i .cam alla risoluzione di 480×240 anziché 320×240, schiacciandoli in orizzontale. Sospetto che questa sia la causa della migliore qualità: ci sono più dati nel .cam che nel .bmp. Il .bmp infatti è sempre a 320×240.
Il file .cam agisce quindi come una sorta di raw ante litteram.
Abbiamo trovato la soluzione al problema della qualità!
Per conservare al meglio il file, conviene quindi convertirlo in .png. Se si vuole ripristinare l’aspetto originale della foto, possiamo scalarne una copia a 480×360, oppure portarla a 640×480 per renderla più fruibile.
Può far sorridere che la stessa Casio non fosse in grado di estrarre tutte le informazioni contenute nel formato .cam, ma l’elaborazione di immagini digitali ha fatto passi da gigante negli ultimi 30 anni. Inoltre l’elaborazione in QV-PC è praticamente immediata su un Pentium II a 233 MHz, quindi è possibile che Casio abbia voluto sacrificare un po’ di qualità in nome delle prestazioni.

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